2013 Il basket ricorda Dido Guerrieri
In ricordo di Dido Guerrieri |
In queste poche righe si racconta di un uomo che ha scritto le pagine più belle della storia cestistica di Torino, il coach che ha rischiato di portare sotto la mole lo scudetto, che ha lanciato giocatori che grazie alla Sua formazione hanno vinto scudetti e coppe anche con la nazionale. Giuseppe “DIDO ” Guerrieri avrà per sempre il ricordo nella Hall of Fame italiana (dal 2011), ha lasciato un patrimonio tecnico fatto di avventure anche nelle grandi città, visto che in carriera allenò Bologna (Fortitudo nel 1973-74), Milano (nella Mobilquattro dal 1974-78), Venezia (1979-80), Roma (dal 1986 al 1988, nella squadra che schierò anche George Gervin) e soprattutto Torino, in tre momenti differenti: dal 1983 al 1986, con la squadra targata Berloni raggiunse tre semifinali consecutive, poi tornò nel 1989 per la promozione in A1 con la squadra di Darryl Dawkins, e infine nel 1993-95 con la squadra che lanciò Alessandro Abbio. Grande conoscitore di basket che trasmetteva anche sapientemente nella sua rubrica sullo storico settimanale Superbasket e poi diventato un celebre libro, il Taccuino, ricco di anedotti personali e legati a personaggi del suo mondo che è stato per molti anni il Nostro mondo … quello della Pallacanestro AUXILIUM ! Dido rimane legato alla Sua Torino per sempre, non per nulla è stato il primo socio della nostra Associazione, il primo a darci credito e a sostenerci già nel 2004 quando non c’erano grandi progetti per Torino ed appena poteva veniva a presenziare ad eventi ed è importante che prima di lasciarci sia venuto a vedere di persona che cosa sta succedento nel Suo palasport, il Ruffini, dove la giovane PMS tenta di riportare la città dove l’ha lasciata lui … in serie A. E’ stato un momento emozionante per tutti, la partita sta per iniziare ma si sparge la voce che stia per entrare Dido al palazzetto e dopo pochi minuti entra nell’ impianto, è su una carrozzina ed è stanco ma per tutti noi è un gigante, siamo emozionati, i RUDE BOYS lo salutano con 4 lettere enormi che formano la parola DIDO … lui si emoziona, a fatica alza il braccio e ci comunica che ha visto … i ns. occhi diventano lucidi. Non lo rivredremo. GRAZIE DIDO GUERRIERI
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Alessandro Abbio Non posso esimermi dal dire due parole, perchè solo due ne vorrebbe il PROF, e mi ha fatto immensamente piacere partire il sabato 2 febbraio, sventurato giorno dell’addio a DIDO, per rivedere lui e i suoi cari in quel di Sesto San Giovanni. Solo quel giorno ero venuto a sapere della sua scomparsa, proprio da un giornalista che mi chiedeva, un suo ricordo! Sono stato più che fortunato ad avere incontrato, sulla mia strada, L’ETERNAUTA perchè quando succedono queste cose ti cambiano e ti formano per il futuro e quasi non te ne accorgi. Alla mia età di allora non poteva capitarmi di meglio: allenatore, padre, professore di vita, burbero, simpatico, colto, comunicativo… rimanevo incantato nel sentirlo parlare di ogni cosa con estrema facilità, semplicità, conoscenza dettagliata,… e non vi dico le risate! Alessandro Abbio e Forza GialloBlu.
Una cosa che ho sempre cercato di evitare in questi anni è quella di pensare troppo ai vecchi tempi, legarsi al passato sarebbe stato un limite per il futuro, troppo difficili i paragoni.
Ho conosciuto il Professore alla fine degli anni ’70 quando venne ad allenare la Reyer Venezia e io allenavo le giovanili. Ne rimasi affascinato, per la conoscenza del gioco, la cultura, gli svariati interessi, la capacità di essere ironico ma anche auto ironico . Gianni Asti Guerrieri e stato l’allenatore che mi ha sostituito a Torino, poichè avevo deciso di fare una grande esperinza in coppa campioni a Cantu. I nostri incontri erano casuali, fatti sui campi di gioca o in qualche riunione. Credo sia veramente stata la persona giusta per completare quel lavoro iniziato tempo prima. Aveva un buonissimo rapporto con tutti, il suo modo ironico di rapportarsi lo rendeva particolarmente simpatico. Ma la vera qualità, non umana, bensi tecnica era il suo modo molto semplice nel fare pallacanestro. Era un grande conoscitore del gioco, ma anche un grande conoscitore di giocatori, che era capace a metterli a proprio agio in campo. Tutti, ma veramente tutti apprezzavano il suo modo di fare e tanti ancora adesso sanno trarre insegnamento da quello che ha trasmesso. |