Punto sul Campionato D.N.A. Gold (23° giornata)
Solo le grandi squadre riescono nell’impresa di vincere partite così, e Torino ci è riuscita. Un gran bel segnale per la Manital, al di là delle tante difficoltà incontrate… Gioco meno corale rispetto alle ultime uscite, approccio nuovamente da rivedere, una condizione fisica apparsa non ottimale: tutti aspetti su cui coach Pillastrini e i suoi uomini avranno di che lavorare, ma non c’è dubbio che questi due punti apparentemente normali abbiano un peso specifico maggiore dal punto di vista motivazionale. Normali perché in fondo Torino ha fatto quel che doveva fare: superare in casa la squadra quintultima in classifica. Tutt’altro che normali se guardiamo l’andamento della partita e soprattutto il potenziale di un roster, quello di Napoli, di fronte al quale un po’ tutti, domenica, si sono chiesti come sia possibile che sia così in basso in classifica.
È stata una gara emotivamente bellissima, palpitante fino all’ultimo secondo, nel vero senso della parola. L’Expert era salita a Torino per vincere, per fare quel colpaccio in grado di dare una svolta alla sua sin qui deludente stagione, e davvero per un soffio non ci è riuscita. Una vittoria di carattere, quella di Torino: basti pensare che il primo vantaggio la Manital è riuscita a conquistarselo a 1’25” dalla sirena sul 66-65, frutto di un gioco da tre punti di Amoroso. Da lì in avanti è stata un’incredibile altalena di emozioni sconsigliabile ai deboli di cuore. La bomba frontale di Brkic a 4.8 dalla fine (71-73) era di quelle capaci di stendere anche un toro, invece è finita con l’appoggio a canestro di Mancinelli in penetrazione e con l’ingenuo fallo di Weaver che è valso il tiro libero aggiuntivo: un 2+1 che con 1.9 da giocare ha ribaltato il match, fissando il punteggio sul 74-73. E per poco Black non rovinava la festa a Torino, con una preghiera “da casa sua” che si è spenta sul ferro. Diciamolo pure: avesse vinto Napoli non avrebbe rubato nulla. Privi di Allegretti e Valentini, i partenopei hanno disputato una partita gagliarda fin dalla palla a due, dimostrando di avere i mezzi e la determinazione necessari per continuare la loro forsennata rincorsa ai playoff.
Straordinaria la prova di Ceron (27 punti, 6/9 da due, 4/6 da tre), già giustiziere di Torino un anno fa alle Final Four Coppa Italia di DnA con la maglia di Castelletto e domenica autore della tripla dall’angolo che a meno un minuto dalla fine ha regalato ai suoi il momentaneo 68-70. In casa torinese devastante, ancora una volta, Stefano Mancinelli. Nei continui tentativi di rimonta, sempre rintuzzati da Napoli prima del finale al cardiopalma, il Mancio è stato il vero perno del gioco torinese e lui ha saputo caricare su di sé tutte le responsabilità che gli competevano. Il canestro della vittoria è solo la punta dell’iceberg: per il capitano della Nazionale 28 punti, 10/14 da due, 2/4 da tre, 4 assist, 9 rimbalzi e 34 di valutazione. Ma anche Lorenzo Gergati si è confermato un tassello imprescindibile del roster torinese: 12 punti, 4/7 da tre e triple pesantissime in momenti cruciali del match, su tutte quella del 71-70 a 11” dalla sirena. Passi avanti, attesi, da parte di Wojciechowski (9), determinante anche Amoroso (7), che nonostante le non perfette condizioni fisiche e una prova opaca per i suoi standard, ha messo a segno cinque punti d’oro quando la palla pesava un quintale. Torino si conferma dunque in seconda posizione con Capo d’Orlando, a -2 da Trento e a +4 sul trio Barcellona-Biella-Verona. Per Napoli i punti dalla zona playoff restano quattro, ma con una gara in meno sul traguardo: i numeri l’Expert li ha tutti e le speranze non sono ancora tramontate, ma per centrare il settimo posto potrà sbagliare poco nulla.
L’ottava di ritorno consegna dunque una classifica dai rapporti di forza invariati nelle posizioni di vertice. La differenza è che ora la graduatoria si presenta spezzata in tre blocchi distanziati tra loro da solchi di quattro punti: tre fuggitive, tre inseguitrici, poi il marasma più totale, con sei squadre racchiuse in quattro punti che si contendono l’ultimo posto playoff. E la sensazione è che al di là di quali potranno essere le posizioni nella griglia playoff, le prime sei difficilmente si schioderanno da lì. Nel primo testacoda di giornata, la capolista Aquila Basket Trento (Triche 23, Elder 20) ha archiviato meno agevolmente del previsto la pratica Imola: il 97-79 finale non deve trarre in inganno perché l’Aget Service, a fine terzo quarto, aveva solamente sei lunghezze di ritardo. Nel secondo Capo d’Orlando ha superato Forlì 75-67: sempre avanti l’Upea (Nicevic 22, Mays 21), che però non è mai riuscita ad ammazzare la gara pur mantenendo sempre un margine di sicurezza. Per il Credito di Romagna, che esce comunque con l’onore delle armi, una sconfitta tutto sommato preventivabile, ma trattandosi della quinta consecutiva la sua situazione si fa molto complicata: -4 da Jesi, -6 da Trieste e salvezza che appare sempre più difficile da centrare.
Intanto alle spalle delle tre battistrada si consolida il terzetto Barcellona-Biella-Verona, che mette tra sé e la inseguitrici un margine rassicurante di quattro lunghezze. Per Biella è stata, tuttavia, una domenica dal sapore agrodolce: l’Angelico (Hollis 25) ha sbancato Casale 67-75 facendo suo un derby agonisticamente avvincente, ma ha perso il talentuoso play Marco Laganà per un grave infortunio ai legamenti del ginocchio destro. Una tegola che complica non poco la stagione dei lanieri, tanto che la società sta valutando di tornare sul mercato. La Novipiù resta comunque in scia, certo è che una vittoria avrebbe potuto dare una svolta determinante alla bella cavalcata di questi mesi: la strada, ora, è tutta in salita. Più facile del previsto e mai in discussione il successo della Tezenis Verona sulla Gzc Veroli (83-71): la Scaligera (Smith 24) si conferma in grande forma, ora la sfida è quella di dare la giusta continuità al suo campionato, visto che finora, sul più bello, la truppa di Ramagli è sempre incappata in bruschi passaggi a vuoto. I ciociari, al terzo ko di fila, certificano invece un’involuzione che rischia di compromettere una stagione sin qui entusiasmante: le chance playoff rimangono intatte, ma alle sue spalle scalpitano in parecchie.
Per nulla agevole la vittoria della Sigma Barcellona (Young 30) sulla Fileni BpA Jesi (76-70): per i siciliani, alla terza vittoria di fila (la quinta su sei partite nell’era Calvani), finisce con questa gara un periodo sulla carta agevole, nel quale hanno affrontato una dopo l’altra le ultime tre della classe. D’ora in avanti arriveranno per lo più scontri diretti, vero banco di prova per testare la forza di quella che rimane una delle principali candidate alla promozione. Contando che le prime sei hanno tutte vinto, la squadra che più di ogni altra è riuscita a sfruttare questa giornata è la Centrale del Latte Brescia, vittoriosa al fotofinish sulla Lighthouse Trapani (77-75) con una bomba funambolica di Giddens e un tap-in vincente sulla sirena di Rinaldi. La Leonessa (Giddens 19, Slay 17) agguanta così Veroli e Trapani a quota 24 a cavallo della zona playoff: i problemi restano per la squadra di Martelossi, ma questa vittoria, anche per com’è arrivata, può rappresentare un’importante iniezione di fiducia nella corsa playoff. Chi invece sulla carta ha sprecato una ghiottissima occasione è Ferentino, sempre più nei panni di una Penelope che fa e disfa la sua tela. La Pallacanestro Trieste (Wood 23, Harris 21) ha fatto il colpaccio al Ponte Grande (84-89): due punti forse decisivi in ottica salvezza, visti i sei punti di margine ora accumulati nei confronti di Forlì. Per la Fmc, a quota 22 con Casale, nulla è perduto: certo è che questi sono a tutti gli effetti due punti persi che rischiano di pesare enormemente nel computo di fine stagione.