Punto sul campionato D.N.A. Gold (16° giornata)
Riprende la marcia della Manital Torino, che però ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per avere ragione di una Fmc Ferentino che, a dispetto della classifica, si è confermata avversario rognoso… Approccio un po’ troppo morbido in avvio, 11-30 di parziale nel primo quarto e Torino che va subito in apnea, con i ciociari che non ne sbagliano una. Evidente che i granata non potessero tenere ritmi così alti, altrettanto naturale aspettarsi la reazione di Torino che in effetti c’è stata, ma 19 punti da recuperare restavano comunque un bel fardello. Ci ha pensato Chessa a suonare la carica con due bombe che in avvio di secondo quarto hanno dato una scrollata alla Pms, ma la vera scossa l’hanno data Daniele Sandri e Valerio Amoroso, autori entrambi di una partita strepitosa: 11 punti, 6 rimbalzi e 17 di valutazione per il “jolly” gialloblù; 12 punti, 5 assist, 14 rimbalzi e 30 di valutazione per l’ala-pivot ex Montegranaro.
Le statistiche non possono però fotografare la carica e l’energia che i due sono stati in grado di infondere alla Manital, facendo girare una partita che per tutto il primo quarto e parte del secondo ha visto Torino ancora una volta troppo statica in attacco, poco aggressiva in difesa e un po’ spaesata nelle scelte di gioco. Se a ciò si aggiunge un Wojciechowski già gravato da tre falli dopo appena cinque minuti, si capisce come la partita fosse tutta in salita, a fronte di una Fmc a cui entrava veramente tutto. Per la prima volta nell’era Pillastrini, il pubblico ha anche un po’ rumoreggiato al termine del primo quarto, evidentemente deluso dall’atteggiamento dei gialloblù. Alla lunga, però, la Manital è venuta fuori facendo valere il suo maggior tasso tecnico e la panchina più lunga, mentre i problemi di falli sono diventati il tallone d’Achille di Ferentino: con tre elementi fondamentali come Green, Mosley e Garri gravati da tre falli già a fine primo tempo, la coperta è diventata subito troppo corta per coach Gramenzi. Torino, dal canto suo, ha iniziato ad entrare in ritmo catturando importantissimi rimbalzi in attacco e ha messo la freccia pur rischiando ancora qualcosa di troppo nel finale, prima dell’84-77 che ha decretato la fine del match. Qualche timido passo avanti si è visto anche da Steele e Bowers. La Manital resta dunque un cantiere aperto, ma il fatto che si vinca anche giocando maluccio rimane una buona notizia, al pari della grande reazione dimostrata dai gialloblù, che mantengono così il secondo posto al pari di Veroli e Capo d’Orlando, sempre a due punti dalla capolista Trento.
L’Aquila Basket ha sfruttato appieno il turno casalingo sbarazzandosi senza troppe difficoltà (83-68) di una Pallacanestro Trieste in piena crisi: i giuliani, privi dell’infortunato Hoover e reduci da cinque sconfitte consecutive, sprofondano in penultima posizione agganciati da Forlì e ora sperano nell’impatto di Brandon Wood per dare una svolta ad una stagione sin qui altalenante e piena di incognite. I due big-match di giornata hanno premiato Veroli e Capo d’Orlando. La Gzc (Sanders 20, Blizzard 18) ha fatto la voce grossa (88-64) contro un’Angelico Biella che fuori casa, come spesso accaduto in questa stagione, si conferma lontana parente della squadra che al Biella Forum ha sin qui inanellato un percorso quasi netto: l’unico ko casalingo è arrivato proprio da Veroli che così mette in tasca un 2-0 nello scontro diretto che a fine stagione potrebbe rivelarsi molto importante. L’Upea (Nicevic 22, Archie 21) ha invece superato 97-90 la Centrale del Latte Brescia (Slay 26, Di Bella 24) centrando l’obiettivo di giornata: vincere e ribaltare lo scontro diretto in previsione di un arrivo a pari punti affatto da escludere.
La Leonessa viene dunque agganciata a quota 18 da Barcellona, Verona e Trapani, tutte e tre vittoriose: un quartetto di tutto rispetto se guardiamo la caratura delle singole squadre, che però ora come ora veleggia a cavallo tra zona playoff e zona salvezza. La Sigma (Collins 22) è tornata al successo superando 75-69 la rivelazione Novipiù Casale, che veniva da cinque vittorie nelle ultime sei uscite. La Tezenis (ben sei scaligeri in doppia cifra) ha passeggiato facile 87-70 sulla Fileni BpA Jesi, scacciando così i fantasmi delle due recenti sconfitte di fila. La Lighthouse Trapani, fin qui ben oltre le aspettative di inizio stagione, ha invece asfaltato l’Aget Service Imola sbancando il PalaRuggi per 51-71: per i romagnoli, che si apprestano a cedere Passera a Chieti in Silver, piove sul bagnato dopo l’infortunio di Vincenzino Esposito (7 punti in 13’), atteso da almeno tre settimane di stop. Nella parte medio-bassa della classifica si è così formato un nuovo piccolo solco, con Casale staccata di quattro punti rispetto al quartetto sopra citato.
Chi appare ormai sempre più pericolosamente invischiata nella lotta per non retrocedere è l’Expert Napoli, fin qui senza dubbio la rivelazione in negativo del campionato: dopo il pesante ko a Forlì per 71-57, con i partenopei mai in partita, la società ha deciso di esonerare coach Cavina per dare la scossa ad una squadra apparsa ancora una volta senz’anima e priva di gioco. Spunta anche qui il nome di Marco Calvani, ma si fa strada l’ipotesi che per ora il timone venga affidato al vice Massimo Bianchi. Il Credito di Romagna (Saccaggi 18, Cain 17) si conferma invece squadra tutta cuore e orgoglio, capace di andare al di là dei propri limiti: dopo un lungo inseguimento i forlivesi, sfruttando ancora una volta il fattore campo, agganciano dunque Trieste in zona salvezza a quota 10, e non dimentichiamo che senza quei 2 punti di penalizzazione i romagnoli sarebbero alla pari proprio con Napoli, Ferentino e Jesi.