Punto sul campionato D.N.A. Gold (12° giornata)
Che dire. L’esplosione del PalaRuffini dice tutto. Ogni parola diventa superflua: parlano le emozioni, per chi c’era… Passare dalla delusione per il modo con cui Torino stava gestendo gli ultimi palloni all’apoteosi assoluta: tutto nell’arco di una manciata di secondi. Roba da sconsigliare ai deboli di cuore. Inutile dire che la bomba da metà campo di Stefano Mancinelli entrerà nella cineteca del basket torinese, terzo millennio. Una sentenza non costruita, voluta perché obbligata, tirata fuori come un coniglio dal cilindro dal capitano della Nazionale. Un giocatore che, checché se ne dica, ha talento da vendere e lo sta dimostrando. Colpo di fortuna? Colpo di classe? Si può dire tutto, ma è indubbio che quando in squadra hai atleti alla Mancinelli sai che queste cose possono succedere.
E pensare che quella di domenica contro la Novipiù Casale (58-57) è stata certamente la più brutta partita vista al Ruffini in questa stagione, forse la più brutta di sempre nella storia della Pms. Solo un episodio poteva risolvere questo derby: poteva essere la tripla di Casini sputata dal ferro a 10” dalla fine, lo è stata invece quella di Mancinelli a 2” dalla sirena. Dopo il pasticcio di Steele che porta palla, si ferma sull’arco senza penetrare, senza sapere a chi darla e la perde nel frontale con Martinoni mentre il cronometro scorre inesorabile, il “Mancio” ha fatto l’unica cosa che poteva fare: raccoglierla da terra girandosi di schiena e tirarla verso il canestro. La classica “preghiera”. Questa volta è entrata. Vincere così il primo derby stagionale al Ruffini non ha prezzo, vero, ma senza quella magia saremmo qui a parlare di una sconfitta casalinga tanto bruciante quanto meritata per la Manital, e sarebbe stata la seconda contro avversarie sulla carta inferiori (vedi Trieste).
Resta comunque la brutta prestazione, alla quale tuttavia non mancano le attenuanti. Oltre alle assenze di Chessa, Wojciechowski e Zanotti, la Pms si è allenata per tutta la settimana a ranghi ridotti a causa degli acciacchi di Sandri e Gergati a cui, come se non bastasse, si è poi aggiunta l’influenza di Amoroso, stoico nel mettere a referto 16 punti e 12 rimbalzi per un 29 di valutazione. Oltre a Mancinelli, mvp incontrastato con 20 punti, 8 rimbalzi, 4 stoppate e 30 di valutazione, bene anche Bowers (8 punti, 8 rimbalzi e 15 di valutazione) che in punta di piedi si sta inserendo nei meccanismi di gioco. Da rivedere uno Steele troppo opaco per essere vero, rimasto in campo 24 minuti, a cui comunque va ancora concessa l’attenuante del rientro dal lungo infortunio. Casale invece, anche lei molto imprecisa al tiro (Dillard 18, Bruttini 10), ha fatto tutto ciò che ha potuto, confermando di attraversare un buon momento anche se la classifica piange, con Forlì a tallonarla a soli due punti. Torino, dal canto suo, ringrazia Mancinelli e si insedia al secondo posto insieme a Brescia, quattro punti dietro la capolista Trento.
L’Aquila Basket ha di nuovo fatto la voce grossa nell’anticipo di sabato contro l’Upea Capo d’Orlando (priva di Mays), vinto 82-64: una partita-fotocopia rispetto a quella di 15 giorni fa contro Torino, con i trentini esplosi nel terzo quarto (Pascolo 23, Baldi Rossi e Forray 14) dopo essere stati sotto anche di 11 lunghezze. La Centrale del Latte ha invece fatto un’allegra scorpacciata sul campo della cenerentola Aget Service Imola (61-95), tornando alla vittoria dopo due ko interni consecutivi: per i romagnoli, all’ottavo stop di fila e contestati dal proprio pubblico, si è ripetuto l’ennesimo calvario, coach Esposito è di nuovo a rischio. I tanti scontri diretti hanno fatto inevitabilmente diverse vittime illustri: dietro alle due seconde c’è ora un’ammucchiata di ben sei squadre con le tre siciliane, Verona, Biella e Veroli. A Verona la Sigma Barcellona (senza Natali e con Collins in condizioni precarie) ha inanellato la sua terza sconfitta di fila (78-77), sempre in volata, sempre dopo aver condotto per quasi tutta la partita: decisivo un canestro di Smith (16). Per la Sigma un ko preoccupante non solo per com’è arrivato, ma anche perché subito nuovamente da una diretta concorrente, con il presidente Bonina a decretare il silenzio stampa per ricompattare l’ambiente; per la Tezenis, alla quarta vittoria di fila, un guizzo che la fa tornare di diritto nel lotto delle pretendenti alle prime posizioni.
Nell’altro scontro d’alta quota la Lighthouse Trapani torna al successo dopo due battute d’arresto asfaltando l’Angelico Biella 80-62 grazie all’accelerata impressa nella ripresa (Ferrero 16, Lowery 15). Rialza la testa anche la Gzc Veroli (Samuels 24, Sanders 21), che archivia le ultime tre sconfitte annichilendo 97-66 una Fileni BpA Jesi che lontano da casa continua a patire le pene dell’inferno e che ora, con sole due lunghezze di margine sulla penultima, deve seriamente guardarsi alle spalle: la società ha deciso di correre ai ripari ingaggiando l’ala argentina Franco Migliori, un ritorno per lui in terra marchigiana. Oltre il solco di 4 punti che ora divide le prime nove dalle restanti sette, rispunta l’Expert Napoli (Weaver 23, Black 19) che ottiene la sua seconda vittoria consecutiva superando 85-81 la Pallacanestro Trieste, squadra più in forma del momento insieme a Trento, nonostante un ultimo quarto da dimenticare (19-30): i partenopei agganciano così a quota 10 proprio Trieste e Ferentino, lanciando la loro rincorsa alle posizioni playoff. Più indietro Forlì si conferma un osso duro per chiunque battendo in casa la Fmc Ferentino per 91-78. Una vittoria d’autorità, ottenuta grazie ad uno stratosferico Cain (28), che consente al Credito di Romagna di portare a casa la terza vittoria nelle ultime quattro partite e di restare in scia nella difficile lotta per la permanenza in DnA Gold: non fosse per i 2 punti di penalizzazione i ragazzi di Galli sarebbero alla pari con Casale e Forlì, che la precedono a quota 8.