Punto sul campionato D.N.A. Gold (9° giornata)
Carra che in sei secondi si divora tutto il campo ai mille all’ora e sulla sirena infila il canestro della vittoria. Sconfitta più bruciante non poteva esserci per la Manital Torino, battuta in casa 84-85 da una Pallacanestro Trieste che comunque, a scanso di equivoci, non ha rubato nulla… Inutile nasconderlo: per la Pms è uno di quei ko su cui a fine stagione, o a fine girone d’andata, quando si faranno i conti per l’accesso alle final six di Coppa Italia, puoi trovarti a piangere lacrime amare. Al netto di qualche fischio arbitrale discutibile (è notizia fresca che coach Pillastrini è stato squalificato per una giornata), Torino ha buttato alle ortiche una partita iniziata male e subito raddrizzata, dove ha poi condotto per il tutto il secondo tempo senza però mai riuscire a metterla in ghiaccio.
Come sempre quando si finisce punto a punto, sono stati gli episodi a decidere il match e stavolta gli episodi non hanno sorriso alla Manital. Il 2/6 ai tiri liberi collezionato nell’ultimo minuto e mezzo pesa come un macigno, mentre Trieste, che ha il grande merito di non aver mai mollato, si è dimostrata sicuramente più lucida e scaltra nella gestione degli ultimi palloni. Torino ha inoltre pagato la serata negativa al tiro di Evangelisti (appena 6 punti) e una difesa che, ancora una volta, si è rivelata nel complesso troppo poco aggressiva. Non sono invece bastati uno strepitoso Lorenzo Gergati (24 punti e 33 di valutazione) e un Wojciechowski (20 punti e 30 di valutazione) a dir poco devastante in attacco, un po’ meno in difesa.
L’unica buona notizia arriva dal rientro di Stefano Mancinelli, tornato ad assaggiare il parquet dopo un mese e mezzo di stop: due sprazzi di partita per un totale di 7’31” in cui il capitano della Nazionale ha fatto vedere di che pasta è fatto, dando quell’iniezione di solidità nel pitturato che tutti si attendono da uno come lui. Per Trieste, oltre alle ottime prestazioni di Hoover e Diliegro, il vero valore aggiunto è arrivato dal baby-lungo Candussi, autore di 11 punti e di tre bombe pesantissime. In casa torinese resta il rammarico per non aver chiuso la partita quand’era ora di farlo e per non aver sfruttato un turno che, sulla carta, era favorevole. Sulla carta, appunto. Perché lo scivolone di domenica, il secondo di fila in un PalaRuffini gremito da 3700 tifosi, è la prova provata che in questo campionato non ci si possono concedere distrazioni.
In testa alla classifica sono ora rimaste in tre: Trento, Barcellona e Brescia, tutte vittoriose. Nello scontro al vertice, la Sigma si è imposta 99-90 su un’Angelico Biella che, dopo un avvio traumatico, è riuscita lentamente a rosicchiare punti fino a riportarsi anche sul -5: decisivo ancora una volta il tandem Collins-Youg (53 punti in due), dall’altra parte nuovamente grande protagonista il gioiellino Laganà, autore di ben 28 punti. Tutto facile per l’Aquila Trento, che asfalta in casa la Fileni BpA Jesi con un sontuoso 94-70 (Triche 25, Elder 22), mentre la Centrale del Latte espugna il difficile campo della Fmc Ferentino, che dopo due vittorie di fila deve quindi rallentare la sua rincorsa verso la zona playoff: dopo aver a lungo inseguito, i bresciani hanno piazzato il colpo del ko a 7” dalla sirena con un canestro di Di Bella, a cui Johnson non è riuscito a replicare. Dietro le tre battistrada troviamo il gruppone delle cinque inseguitrici, con Torino in compagnia di Veroli, Biella, Capo d’Orlando e Trapani. Proprio dalla Lighthouse arriva un guizzo da non sottovalutare: finora in perfetta media inglese (sempre vittoriosa in casa, sempre sconfitta fuori), Trapani ha rotto il copione andando a sbancare il campo di Casale per 60-62 trascinata da un ottimo Lowery (17).
È il segnale che coach Lardo aspettava dai suoi: i siciliani possono davvero diventare una pericolosa mina vagante sulla strada che porta ai playoff, la Novipiù (Dillard 17) conferma invece tutte le sue difficoltà e rimane da sola sull’ultimo gradino salvezza, abbandonata proprio dalla Trieste corsara al Ruffini. Chi non si ferma più è l’Upea Capo d’Orlando, che conquista la sesta vittoria consecutiva superando 85-75 un’Expert Napoli a sua volta reduce da tre ko di fila: top-scorer per i paladini l’ex torinese Portannese con 21 punti, ai partenopei non è bastato tornare al completo per impensierire quella che resta la squadra più in forma del campionato. Sei punti dalla zona playoff iniziano ad essere tanti e la panchina di Cavina si fa sempre più traballante. Dopo sei sconfitte di fila, si sblocca invece il Credito di Romagna, che aggancia Imola quota 2 in fondo alla classifica: quasi sempre avanti nel punteggio, Forlì si fa rimontare ma riesce comunque a superare in volata una delle ex capolista, la Gzc Veroli, spinta dal duo americano Ferguson-Cain, autori di 26 e 17 punti. Infine salutare passeggiata per la Tezenis Verona, che nell’anticipo di sabato surclassa 107-67 un’Aget Service Imola allo sbando: non un test particolarmente probante per verificare la ripresa della Scaligera (Callahan 26), ma comunque un’importante iniezione di fiducia per i ragazzi di Ramagli, ora rimasti da soli a quota 8 (ma sempre con quattro punti di ritardo) ad inseguire il gruppo di vertice.