Punto sul campionato D.N.A. Gold (7° giornata)
Ha vinto Capo d’Orlando, ma ha vinto anche Torino. Basta leggere i commenti sui forum e sui social network per capire che nel suo piccolo, la partita di domenica è destinata a entrare nella storia del basket torinese, nonostante la Manital ne sia uscita sconfitta… Per la prima, vera sfida di un certo livello che si disputava a Torino da più di 20 anni a questa parte, il PalaRuffini ha fatto il sold out. 5091 persone. Uno scenario da brivido, inimmaginabile solo fino a pochi mesi fa: il segnale che Torino è davvero tornata nel basket che conta. È stata una grande giornata di sport, prima di tutto, sul campo e sugli spalti. Perché nonostante il ko, il primo in casa dell’era Pillastrini dopo 23 vittorie consecutive, si può dire che nessuno è tornato a casa deluso. Magari dal risultato finale, 76-82, ma non dalla partita, non dall’atteggiamento messo in campo dalla Manital.
L’Upea Capo d’Orlando di coach Pozzecco ha vinto con merito, scavando subito quel break (3-13) che Torino non è più riuscita a recuperare. Il divario, nel terzo quarto, è anche salito fino al +20, ma i gialloblù non hanno mai mollato, lottando e credendoci fino all’ultimo. Chi c’era ha ancora negli occhi quella bomba di Gergati che, a poco più di un minuto dalla fine, ha riaperto la partita sul 72-75. Poi la palla recuperata in difesa da Wojciechowski e il possesso del potenziale pareggio. Con 40” da giocare ci prova ancora lui, Lollo Gergati, ma la tripla che avrebbe potuto mandare in delirio un Ruffini già bollente di suo viene sputata dal ferro. Si va dall’altra parte in una bolgia assoluta, degna dei migliori PalaRuffini anni ’80, ma Mays non si lascia intimorire e piazza la bomba che chiude il conto. Restano due fotogrammi: la forza dimostrata sul campo dai paladini, privi di Nicevic e con Soragna più fuori che dentro, che hanno avuto negli americani Mays e Archie due autentici trascinatori, trovando nell’ex Portannese e in Benevelli un valore aggiunto; il grande carattere della Pms, che nonostante la prova negativa a rimbalzo e ai liberi ha saputo rimettersi in carreggiata spinta da un Amoroso (23) ancora una volta monumentale. Certo, il rientro di Steele e Mancinelli, a cui in settimana si è aggiunto l’ennesimo infortunio a Zanotti, è ormai un qualcosa di non più rimandabile per dare compiutezza ad un roster costruito per puntare in alto.
Ora, in vetta, ci è rimasta solo più una squadra: la Centrale del Latte Brescia, che si conferma regina delle vittorie in volata superando 92-88 anche un’Angelico Biella che, al di là della sconfitta, ha dato l’ennesima dimostrazione di non trovarsi in alto per caso; trascinatori per i padroni di casa un ritrovato Giddens (20) e Fultz (18), per i lanieri ancora devastanti Hollis (28) e Voskuil (26). Nel gruppone a quota 10, insieme a Biella e Torino, troviamo altre tre squadre: la Gzc Veroli, sconfitta 71-64 a Ferentino da un’Fmc che nonostante la pesantissima assenza di Green, ha trovato nel derby di Ciociaria gli stimoli giusti per rialzare la testa e ritentare la scalata verso le posizioni playoff; l’Aquila Trento, vittoriosa 91-85 su un’Expert Napoli che, senza Ceron e Bryan, è stata a lungo in vantaggio prima di cedere alle magie di Elder (21), Triche e Pascolo (18); la Sigma Barcellona, che ha passeggiato 97-62 su un’Aget Service Imola sempre più in crisi di risultati e destinata a patire le pene dell’inferno se non apporterà qualche correttivo al suo roster.
A quota 8, insieme all’Upea, squadra più in forma del campionato con quattro successi di fila, troviamo la Lighthouse Trapani, vittoriosa all’overtime per 87-80 su una Pallacanestro Trieste che, al completo, si conferma un cliente insidioso: dopo aver chiuso avanti il terzo quarto e acciuffato il supplementare con un canestro sulla sirena di Harris, i friulani hanno dovuto piegarsi alla verve di Lowery (12) e Ferrero (15) che nei momenti decisivi hanno condotto i siciliani ad una vittoria tanto sofferta, quanto preziosa per rimanere agganciati alla zona playoff. Si smuove la Tezenis Verona, che dopo quattro sconfitte consecutive scaccia i fantasmi della crisi vincendo però a fatica (74-71) contro il fanalino di coda Credito di Romagna Forlì, capace anche stavolta di far soffrire fino all’ultimo una delle “big” del torneo. Si sblocca anche la Novipiù Casale, che agguanta a quota 4 Ferentino e Trieste: decisivi, nella vittoria per 86-76 sulla Fileni BpA Jesi, sono stati Jackson (21) e Martinoni (19); per i marchigiani, che rimangono a quota 6 con Napoli e Verona, il solito ventello di Goldwire (macchiato però da sette palle perse) che rimane leader del campionato tra i marcatori con 23,1 punti di media partita.