Punto sul campionato: 5° giornata
Prima di parlare della partita, parliamo di lui. Del “Professore”. Di Dido Guerrieri, il coach che più di chiunque altro ha fatto grande il basket torinese. Il coach a cui i Rude Boys hanno voluto intitolare la curva del PalaRuffini …che in ogni partita casalinga ospita la tifoseria organizzata gialloblù: una scelta di cuore, perché il nome di Dido Guerrieri ha scaldato il cuore di chi ha vissuto gli anni d’oro di quell’Auxilium Torino che sotto la sua guida, negli anni ’80, disputò per tre stagioni le semifinali playoff per lo scudetto. Ecco perché la scelta di dare alla curva il suo nome è stata del tutto naturale per gli appassionati del basket all’ombra della Mole. Dido come esempio, tecnico ma soprattutto umano. Dido come trait d’union tra un passato glorioso, un presente finalmente solido, sotto l’egida della Pms Torino, e un futuro con la dichiarata ambizione di riportare al più presto Torino nell’Olimpo della pallacanestro nazionale. D’ora in avanti chiamatela dunque “curva Dido Guerrieri”, come recita lo striscione preparato dai Rude Boys e srotolato nell’emozionante pre-partita di giovedì 31 ottobre sotto gli occhi lucidi della signora Fosca, moglie di Guerrieri, e di due simboli come Carlo Della Valle, storico capitano Auxilium, e Alessandro “Picchio” Abbio, l’ultimo grande talento lanciato dal settore giovanile gialloblù.
Per festeggiare l’evento anche sul campo, non poteva venire fuori partita più bella. Forse solo a tratti dal punto di vista tecnico, ma per quanto riguarda le emozioni non c’è dubbio che Manital Torino-Le Gamberi CdR Forlì sia stata la degna conclusione di questa grande serata di basket. Un match palpitante, vinto dai ragazzi di Pillastrini con un 99-94 degno proprio dei tempi del professor Guerrieri. Sul parquet è stata una gara spettacolare, in cui gli attacchi hanno avuto la meglio sulle difese come dimostrano l’elevato punteggio e le altissime percentuali al tiro dalla grande distanza (15/25 per Torino, 13/25 per Forlì). La Manital, quasi sempre avanti, non è mai riuscita ad “ammazzare” la partita, neanche quando a inizio terzo quarto si è portata sul +14 (49-35) spinta da un martellante Massimo Chessa (23), autore di un’altra eccellente prestazione. Sfruttando la vena offensiva di Saccaggi, Crow, Sergio e del lungo americano Tyler Cain, Forlì in pochi minuti è riuscita a ricucire lo strappo e a ribaltare il punteggio sul 63-67. Ma nel momento di maggior difficoltà ci ha pensato un ispiratissimo Stevan Stojkov a infilare tre bombe consecutive, a cominciare dalla “preghiera” da metà campo che sulla sirena del terzo quarto ha rotto un’inerzia molto pericolosa per i gialloblù, facendo esplodere il PalaRuffini.
Nell’ultimo periodo Torino si è riportata anche fino al +7, ma Forlì non ha mollato fino all’ultimo secondo quando, sul 97-94 ottenuto grazie a due liberi di Amoroso, Ferguson ha steccato entrambi i tiri liberi prima che Sandri, ancora dalla lunetta, mettesse il sigillo sulla vittoria gialloblù. Il campo ha comunque confermato le previsioni della vigilia: questa Forlì, partita da -2 e ora rimasta da sola in fondo alla classifica con 0 punti e una sola vittoria, è tutt’altro che una “cerentola predestinata”, del resto le quattro sconfitte sin qui patite sono arrivate sempre nel finale e sempre di misura, e il -3 in differenza canestri lo certifica. Per la Le Gamberi CdR la presenza di un pivot americano può indubbiamente diventare un fattore in un’Adecco Gold dove la maggior parte delle squadre ha puntato su un reparto lunghi tutto italiano: Amoroso, Sandri e Wojciechowski ne sanno qualcosa. Quanto alla Manital, ancora priva di Steele e Mancinelli, la vittoria di giovedì è un altro segnale del valore di una squadra che, tra le battistrada, è certamente quella che possiede i più ampi margini di miglioramento: le statistiche dicono che Torino, sin qui, ha il migliore attacco del campionato (419 davanti a Ferentino con 400) ma anche la terza peggior difesa alla pari con Trieste (412) dietro a Ferentino e Imola. Un aspetto su cui certamente coach Pillastrini lavorerà duro nelle prossime settimane.
Il resto della giornata. Da sei apripista ne sono rimaste cinque: a quota 8, insieme a Torino, troviamo l’Aquila Trento, fin qui vittoriosa sempre e solo in trasferta, che conquista il primo successo casalingo contro una Tezenis Verona (76-70) che non sa più vincere, reduce da tre sconfitte di fila e già alle prese con la prima crisi di risultati stagionale; la Gzc Veroli, sempre più candidata allo status di rivelazione, che sbanca anche il campo della Novipiù Casale (58-62) facendo leva sul break prodotto nel terzo quarto e contenendo, nel finale, la rimonta dei ragazzi di Griccioli; la Centrale del Latte Brescia, che grazie a due liberi di Di Bella supera a fatica una Fileni BpA Jesi (75-73) che lontano da casa si conferma cliente scomodo anche per le squadre sulla carta più quotate; l’Angelico Biella, che a Trieste sfrutta al meglio l’assenza del principale terminale offensivo avversario Ryan Hoover e annichilisce la truppa di Dalmasson (69-78) dopo aver dominato il primo tempo e limitato a dovere, nella ripresa, il prevedibile ritorno dei padroni di casa.
Ma la vera sorpresa della giornata arriva dal secondo derby siciliano: l’Upea Capo d’Orlando, per la prima volta davvero al completo, sfodera tutto il suo grande potenziale facendo il blitz in casa della Sigma Barcellona (79-84). I tabellini dicono Basile 22, Nicevic e Archie 19, Mays 12, dall’altra parte si è vista una Barcellona troppo dipendente da Young (31) e Collins (21). Inutile dire che i tre ko di fila sono solo più un brutto ricordo per l’Orlandina e che la scalata dei ragazzi di Pozzecco alle posizioni di vertice è cominciata. Bene anche la Lighthouse Trapani, che mette subito tra sé è l’Expert Napoli, ancora priva di Ceron, quella decina di punti di margine che poi riesce a mantenere fino alla fine (82-75) e agguanta così la Sigma al secondo posto a quota 6. Infine la Fmc Ferentino, che asfalta l’Aget Service Imola 101-77 anche se il divario non deve trarre in inganno, essendo maturato tutto nella ripresa: super la prestazione di Green (31), importante l’impatto di Garri sul roster di Gramenzi, con 13 punti, 7 rimbalzi e una ritrovata solidità sotto le plance.