Punto sul Campionato D.N.A. Gold (19° giornata)
La Manital che tutto il popolo gialloblù sognava. Bella, veloce, fluida, intraprendente, mortifera al tiro, difensivamente asfissiante… Finalmente squadra, vera squadra, che dalle parole passa ai fatti: da pretendente incompiuta a candidata che, se gioca così, mette davvero paura. L’89-67 con cui Torino ha schiacciato la Tezenis Verona ha fatto vedere di che pasta è fatta, se vuole, questa squadra. Non era affatto facile. Gli scaligeri, al di là del brutto momento, sono una formazione di grande talento: la vera Verona non è sicuramente quella un po’ sfiduciata scesa in campo al PalaRuffini, certo è che contro questa Torino c’era ben poco da fare. Il rischio era quello di un fisiologico calo di tensione dopo il derby con Biella, invece l’effetto è stato esattamente l’opposto. E così, dopo gli evidenti progressi già palesati domenica scorsa, contro Verona si è vista senza dubbio la miglior Manital di tutta la stagione.
Il primo quarto, in particolare, è stato praticamente perfetto: una svolta nella svolta anche questa, se pensiamo a quanto le partenze ad handicap (Ferentino e Jesi su tutte) avevano influito su alcune delle più recenti, deludenti prestazioni. In attacco si è vista quella fluidità che da quando il roster è al completo era quasi sempre mancata, fatta eccezione per il derby nel quale si erano già visti gustosi assaggi. In difesa tutta un’altra musica, con un’intensità finalmente degna di una squadra che punta al massimo risultato. Continuità e mentalità: ciò che Torino cercava dal match contro Verona sia a livello di risultati che di prestazione, e il netto distacco finale lo dimostra. È la prima volta, quest’anno, che la Pms vince una partita dominandola dall’inizio alla fine, senza cali di tensione, senza sbavature, senza concedere pericolosi rientri agli avversari, senza soffrire e far soffrire il sempre più caloroso pubblico del PalaRuffini.
Partita alla grande, Torino ha consentito alla Tezenis di rientrare solo fino al -3 sul 21-18, poi ha piazzato un break di 11-2 che ha di fatto chiuso la partita. Da lì è stato un continuo crescendo: Verona è riuscita a riavvicinarsi solo fino al -15, senza mai dare la sensazione di poter davvero tornare a contatto. Se Torino ha vinto di squadra con percentuali altissime (72% da due, 47% da tre e, udite udite, 100% ai liberi), impossibile non citare i singoli. Steele (18 punti, 4/4 da tre e 100% dal campo) ha fatto girare la squadra da grande playmaker dimostrando, ora sì, di avere davvero in mano le chiavi del gioco; Bowers (14 punti, 9 rimbalzi e 20 di valutazione) si sta sempre più dimostrando giocatore di grande sostanza; Amoroso monumentale (24 punti in 24 minuti, 4/6 da tre), ma non è una novità; Mancinelli (6 punti e 6 assist) stratosferico nelle ripartenze in transizione e sempre più a servizio della squadra, segno di grande maturità e umiltà per un giocatore del suo calibro; Sandri (10) e Gergati (8) concreti ed efficaci come sempre, un lusso avere due giocatori così che partono dalla panchina; Wojciechowski (7 punti e 8 rimbalzi) ha dato importanti segnali di ripresa; capitan Evangelisti (2 punti) un po’ più in ombra, ma sempre un sicuro riferimento.
Ma come in tutte le grandi giornate, non poteva mancare un piccolo neo: l’infortunio di Steele, costretto ad uscire anzitempo ad inizio secondo tempo. Per fortuna pare non sia nulla di grave, forse solo una contrattura: è quello che tutti sperano, perché ora più che mai è evidente quanto sia importante il vero Steele per gli equilibri ed il gioco della Manital. Torino mantiene dunque il secondo posto agganciando Capo d’Orlando a quota 26 e confermandosi a due lunghezze dalla capolista Trento, ma al di là della classifica, le due vittorie casalinghe consecutive contro Biella e Verona rappresentano un segnale di forza per tutto il campionato: una grandissima iniezione di fiducia in vista della parte finale, e decisiva, della stagione. Per la Tezenis, invece, la classica giornata da dimenticare: i più reattivi sono apparsi Taylor (18) e Gandini (11), ma per centrare i playoff servono ben altro piglio e ben altra consistenza.
Per la prima volta da inizio stagione, il campionato si presenta spezzato in tre tronconi, divisi tra loro da solchi di quattro punti. L’Aquila Basket Trento (Triche 28) ritorna capolista solitaria grazie alla netta vittoria casalinga per 89-76 sul Credito di Romagna Forlì e alla contemporanea sconfitta 78-76 dell’Upea Capo d’Orlando (Nicevic e Archie 21) sul campo della Fmc Ferentino (Pierich 23, Green 21), condita dalle polemiche tra i due coach e dallo sfogo-show di Pozzecco. Per Ferentino il momento è d’oro: quattro vittorie nelle ultime cinque partite contro Verona, Barcellona, Trento e Capo d’Orlando, solo Torino (con immensa fatica) è riuscita a farla franca. L’appellativo di “ammazzagrandi” è tutto suo e ora la rincorsa ai playoff non è più una chimera. Quattro punti sotto il trio delle battistrada, è bagarre assoluta per i playoff: nove squadre in quattro punti per soltanto quattro posti disponibili. Chi inizia a fare paura, e prima o poi c’era da aspettarselo, è la Sigma Barcellona.
Sì, proprio lei: la favorita numero uno di inizio stagione, che dopo aver inanellato delusioni su delusioni sembra proprio aver cambiato pelle con l’arrivo in panchina di coach Calvani. I giallorossi (Young 24, Collins 21) hanno espugnato d’autorità 76-93 il fortino della Lighthouse Trapani, fino a quel momento il campo meno battuto in assoluto di tutta la Adecco Gold. Un blitz che consente a Barcellona (che ha appena ingaggiato il lungo Di Giuliomaria per sopperire all’assenza di Toppo) di agganciare a quota 22 proprio i trapanesi, reduci da quattro successi, e la Gzc Veroli, che invece sul campo della Centrale del Latte Brescia è incappata nel terzo stop consecutivo (70-61): per la Leonessa (Giddens 19), dopo un lungo periodo di appannamento, due punti d’oro che rilanciano le sue quotazioni in ottica playoff. A quota 20 troviamo un altro trio: Verona, Brescia e Biella. In casa Angelico il momento inizia a farsi delicato: a Napoli (85-75) i lanieri hanno inanellato il quarto ko di fila e ora, dopo aver concluso l’andata al secondo posto, sono stati risucchiati a metà classifica in piena lotta playoff.
Al contrario per la Expert (Weaver e Black 16) si tratta della terza vittoria consecutiva, la terza da quando in panchina Massimo Bianchi ha preso il posto di Demis Cavina. La sterzata che i partenopei cercavano e che, dopo tanto inseguire, li rilancia a pieno titolo tra le pretendenti al settimo posto, ma l’Azzurro Basket non è la sola. Anche Fmc Ferentino e Novipiù Casale hanno sfruttato il turno casalingo salendo, come Napoli, a quota 18, a sole due lunghezze dalla zona playoff: i rossoblù piemontesi (Bruttini e Jackson 16) hanno vendicato, come da pronostico, il ko subito all’andata sul parquet di Imola asfaltando 97-59 un’Aget Service che ormai attende solo più la matematica per sancire una retrocessione ormai scritta nel destino. Quattro punti sotto, il terzo e ultimo troncone, quello che verosimilmente lotterà fino alla fine per evitare il penultimo posto retrocessione: Jesi, Trieste e Forlì hanno tutte sette vittorie all’attivo, ma Forlì ha sul groppone due punti di penalizzazione che pesano come un macigno. Domenica si è giocato uno scontro diretto molto importante che ha visto la Pallacanestro Trieste (Hoover 13) superare la Fileni BpA Jesi 72-66. Per i marchigiani piove sul bagnato: in due settimane non solo hanno perso in trasferta sia a Forlì che a Trieste, ma hanno anche accumulato due saldi negativi a livello di scontri diretti in caso di arrivo a pari punti a fine campionato. La situazione ora si fa molto complicata, tanto più che dopo Goldwire si è infortunato anche Mason Rocca, entrambi pilastri del quintetto jesino: il loro rientro è previsto non prima di metà marzo.